Ho fatto uno #stresstest, come le banche!
Anche a me, ogni tanto, piace pensarmi in condizioni limite e valutare cosa funziona nella mia vita e cosa no.
E ho immaginato di essere in una specie di loop temporale – tipo giorno della Marmotta – io che devo vivere-e-rivivere all’infinito una giornata, sempre nello stesso identico modo. Una ripetizione senza scampo.
<<Cosa farei?>>
Cosa sceglierei di fare/vedere/provare per essere felice ogni giorno?
Cosa farei per continuare a sentirmi viva, per non annoiarmi, per non entrare in frustrazione/paranoia?
Un esercizio incredibile che mi ha forzato a pensare in modo diverso dato che ha eliminato 1 presupposto su cui faccio sempre affidamento: il #futuro.
Eliminando questo elemento si è come cancellata ogni sovrastruttura – tipicamente umana – e mi ha restituito ad una dimensione molto reale, concreta, essenziale quasi animale.
Per esempio. Impormi il concetto di ripetizione all’infinito mi ha portato a riflettere su <come> voglio vivere e su <cosa< è davvero importante. Ed è successo che ciò che conta davvero per me, ho dovuto semplicemente prescrivermelo ogni giorno dato che non posso averlo in futuro e non posso rimandarlo ad un istante successivo.
E questo è stato rivelatore.
Ma non solo.
Restare nella prospettiva di 1 solo giorno, ha completamente azzerato ogni idea di progressione, di cambiamento e di crescita. Ha eliminato l’aspettativa, la speranza e l’ambizione, azzerato ogni pensiero relativo al futuro e attualizzato ogni cosa al presente.
Ed è apparso evidente ciò che per me è comfort-zone, ciò che è divertimento/esplorazione/sfida e ciò che per me è assolutamente inutile/sforzo sprecato.
Ovvio che è un esercizio e basta, ma andare ai minimi termini è utile ogni tanto.
Fa vedere cosa ha significato e cosa, invece, non ne ha.
#15JobsChallenge