La corsa per cambiare

Alessandra Brusegan #15JobsChallenge

“Come una formica che corre decisa verso ℕ𝕠𝕣𝕕 e non si rende conto di trovarsi sulla schiena di un elefante che sta andando a 𝕊𝕦𝕕.”

[L’analogia non è mia 😅 l’ho copiata da un Tedx di Peter Sage perchè l’ho adorata!!!]

Racconta in modo perfetto il rapporto tra:

<<pensiero consapevole>> e <<subconscio>>

<<buone intenzioni>> e <<cattive abitudini>>

<<nuove decisioni>> e <<automatismi radicati>>.

Quante volte, con la nostra parte razionale/consapevole/orientata alla crescita (formica), prendiamo delle decisioni giuste-sane-ben ponderate che poi naufragano di fronte alle nostre radicate abitudini e ai nostri schemi di reazione sempre uguali (l’elefante)!!!

Io odio quell’elefante che non segue la formica!

Odio che sia così pesante, così enorme, così lento, così difficile da spostare, così sordo alle intenzioni della formica.

Ma mi sono accorta che odiarlo non serve: quell’elefante sono io, sono sempre io, sono ancora io. Devo farci la pace, anche se non ho ancora capito come.

Di sicuro l’elefante va ascoltato e osservato, bisogna capire perché sceglie quella direzione, cosa non gli piace delle scelte che propone la formica, cosa c’è dall’altra parte che lo attira così tanto. 

Perché la verità è che, per quanto ci sembrino inadeguate alcune sue scelte, l’elefante ha una sua saggezza e una sua esperienza che le giustificano.

Sta alla formica capirle, guardando bene in profondità e aprendosi alla possibilità di trovare ragioni contro-intuitive e non per forza condivisibili.

Io l’ho sentito e capito sulla mia pelle in quest’anno di #15JobsChallenge: il cambiamento non è solo una questione di decisioni razionali o di motivazione, richiede un’immersione profonda nelle acque dell’autocoscienza.  

Bisogna accettare il peso dell’elefante, la sua stazza, il suo atteggiamento apparentemente tonto e imperturbabile, perché non è altro che la somma delle nostre esperienze e delle lezioni che abbiamo imparato finora.

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