Sto affrontando un task abbastanza complesso ma, al di là dell’aspetto operativo e pratico che ovviamente sono nuovi per me, mi sento come se mi fossi messa a pettinarmi dopo tanto tempo.
L’analogia del pettinarmi deriva dal fatto che – chi ha i capelli lo sa – è una sensazione magica quella di poter passare le dita o la spazzola dentro i capelli e non sentire attrito, non sentire blocchi, strappi, difficoltà. Sentire che tutto fluisce, che c’è ordine in ogni ciocca e non c’è dolore.
Ecco, pettinandomi scopro ciocche che scorrono setose e disciplinate sotto il mio pettine ma intercetto anche tanti nodi: alcuni sono nuovi, recenti, facilmente pettinabili, altri sono nodi vecchi, incrostati che mi stanno proprio fermando. E vedo questo processo come attraverso un microscopio, analizzo i nodi che incontro e mi accorgo che sono sempre le stesse le aree su cui mi blocco e su cui il pettine si ferma e si incaglia strappandomi i capelli.
Quali sono? Sono le situazioni lavorative in cui serve una presenza regolare, una costanza operativa, una dedizione stabile e un continuo orientamento a portare a casa piccoli traguardi quotidiani. Praticamente la fase di realizzazione di un qualunque progetto. Per me è una tortura, far andare le mani senza vedere il risultato è difficilissimo. Perdo entusiasmo, perdo motivazione, perdo concentrazione. La mente vaga, cerco di sfuggire, temporeggio, slitto in avanti le scadenze, mi sento persa, in trappola, infelice e inizio a pensare di aver sbagliato ad accettare quel task, mi dico che devo uscire veloce da quella trappola. Una vera e propria situazione di difficoltà, mi sento nel discomfort e non riesco a controllarmi.
Al contrario, le fasi in cui incontro uno slancio e un entusiasmo straordinari sono quelle che scatenano la mia energia creativa in maniera eccezionale, obiettivi impossibili, abbinamenti inediti, storie straordinarie e nuovi punti di vista e significati. Adoro la fase di pre-fattibilità, la raccolta di informazioni, lo studio delle alternative, la progettazione di idee nuove e opere uniche. In queste situazioni noto la massima attivazione dei miei processi cognitivi: la mia mente si immerge in uno stato di flusso, caratterizzato da un’alta concentrazione e coinvolgimento totale, e le mie capacità cognitive, come la percezione e l’attenzione, raggiungono il loro apice. Sono felice, mi sembra di volare e sento di fare la differenza.
Ora.
In termini neurocognitivi è come dire che la mia motivazione si attiva solo quando ha l’aspettativa di ricompense enormi e veloci. Ho bisogno di risultati immediati, devo sentire passo dopo passo che il mio contributo cambia le cose. È evidente che la mia mente cerca costantemente nuove sfide ed esperienze che attivino le mie capacità cognitive in modo più intenso. Forse è alla ricerca di gratificazione e di uno stato di eccitazione mentale ottimale e di nuove fonti di piacere e soddisfazione.
Ora mi ritrovo in una piega difficile.
Ho scoperto tutto questo, ho capito cosa mi motiva e perché, cosa mi annienta e perché. L’ho studiato e tecnicamente si chiama funzionamento lavorativo, è il mio job functioning: mi impegno al massimo se ho un obiettivo anche estremamente difficile ma sostanziale. Per questi obiettivi sono disposta a fallire in modo bruciante, accetto volentieri dei no, ma devo arrivarci veloce, come in uno scatto dando in pasto alla mia mente cose nuove a cui trovare un posto nuovo.
La prospettiva di piccoli sì e piccoli no quotidiani, di mini-ricompense diluite ma costanti, di fare un piccolo passo ogni giorno mi massacra, mi annoia e attiva tutti i miei pensieri più negativi. La principale difficoltà risiede nel rimanere focalizzata e coinvolta, evitando che la mia mente divaghi in cerca di attività più stimolanti.
Posto che io, dalla mia vita, voglio crescere e migliorarmi (e posto che di vita ne ho una sola), la domanda è: secondo voi
a- sarebbe meglio assecondare il mio funzionamento e prediligere incarichi/task che richiedano quello slancio mentale che mi tiene viva e motivata,
b- o forse sarebbe meglio guidarmi a restare nelle cose pur senza gratificazione e lavorare nella direzione di migliorare i miei punti di debolezza?