Io me ne accorgo quando mi ritrovo immobile, in fissa su qualche cosa, con lo sguardo semi-imbambolato. Oppure, tantissime altre volte, quando sento che mi gira in testa un ritornello o una canzone che canticchio mentalmente, come in un loop.
Ecco, in quei momenti, mi rendo conto che i miei pensieri sono superficiali, vaghi, ripetitivi e quasi ciclici, saltellano di qua e di là e io sono apatica, assente, non provo nessuna emozione, nessun guizzo. Come fossi in una sala d’aspetto senza tempo.
Da un po’ di tempo, per fortuna, mi accorgo quando finisco in quella modalità. Modalità che è un processo mentale vero e proprio e ha vari nomi: qualcuno lo chiama mind wandering il che gli dà un’aura sognante e positiva: l’idea di un cervello che viaggia e gira il mondo sembra romantica e allo stesso tempo avventurosa. La verità è che questo wandering, questo vagare della mente, questo moto incontrollato e inutile è un nemico assoluto di qualsiasi cosa bella della vita!!
È l’opposto della felicità, dell’attenzione e della consapevolezza.
Sono andata a cercarlo e studiarlo perché non capivo cosa fosse: il Default Mode Network, è così che si chiama veramente, è una vera e propria rete neurale, distribuita in diverse aree del cervello. In sostanza è un insieme di neuroni che si mettono in moto in modo assolutamente automatico e non intenzionale e che ci mettono in questo stato un po’ assente, una specie di modalità di riposo della mente, che però non rilassa, anzi.
In quella fase si tende a ruminare, a rimuginare, vengono idee e pensieri scoordinati e confusi che interferiscono con qualsiasi cosa si stia facendo.
La modalità di default è assolutamente naturale ed è preziosa qualche volta. Serve per spegnere la mente troppo accesa ed è anche uno stato in cui vengono delle belle idee. A condizione, però, che sia limitato nel tempo. Se prende il sopravvento, infatti, diventa un vero e proprio limite: quel mode è il nemico numero 1 delle funzioni esecutive, cioè di quelle abilità mentali che attivano il cervello e ci permettono di vivere con attenzione e consapevolezza affrontando le situazioni che la vita ci propone.
Dunque, in sostanza, l’attenzione e la modalità di default sono 2 circuiti alternativi: o si attiva la rete della modalità esecutiva (Executive Attention Network) o si attiva quella di default.
L’una esclude l’altra.
Se siamo in quella fase passiva-apatica-superficiale non possiamo mettere in atto quelle capacità che ci rendono esseri umani consapevoli e padroni di noi stessi, cioè la capacità di monitorare e modificare il proprio comportamento in caso di necessità, la capacità di pianificare e attuare progetti e attività per raggiungere degli obiettivi, la capacità di gestire e organizzare il tempo, di controllare le emozioni e di manipolare le informazioni in modo da portare a termine un determinato compito.
La default mode network si spegne quando attiviamo il circuito delle funzioni esecutive cioè prendiamo in mano i nostri pensieri e la nostra vita.
Io mi accorgo che quando sono in quello stato di torpore-assenza:
– ho difficoltà a controllare alcuni impulsi e risposte automatiche, per esempio mi spazientisco in fretta, divento intollerante ad alcuni fattori come il ritardo, il freddo, la fame, …
– ho difficoltà nella regolazione delle emozioni, quindi capita che il ricordo di un momento triste o doloroso mi ri-butti nella tristezza e nel dolore togliendomi energia e lasciandomi a terra,
– ho scarsa consapevolezza dei sentimenti altrui, per esempio, reagisco impulsivamente senza mettermi nei panni dell’altro, senza comprendere meglio cosa porta l’altro ad agire in un certo modo, senza pensare a come potrei fare per migliorare il dialogo,
– sono lenta a cambiare soluzione quando incontro un ostacolo, quindi tendo a lamentarmi dell’ostacolo e perseverare anche se ciò che faccio non funziona,
– e fatico moltissimo a pianificare, mi rendo conto che le cose si mischiano e non riconosco le priorità.
È una specie di pigrizia che poi, non so se vale per tutti, ma è la stessa che mi viene quando guardo YouTube o i social, quella faccia imbambolata che muove gli occhi, sposta leggermente l’attenzione sulle immagini ma non entra in profondità in nessuna cosa..
Non so se si è capito, ma è proprio una cosa che odio!!!! Capisco che sia, fisiologicamente, una modalità di pausa, ma odio, per esempio, quando il vagare mi porta verso la sensazione di non avere tutto sotto controllo, quando mi lascia una sensazione di sopraffazione… Ho scoperto che diverse ricerche collegano il default mode network con alcune patologie come la depressione e l’ansia e, per questo, vorrei restarci il meno possibile.
La notizia positiva è che io ho sperimentato alcuni antidoti a questo snervante wandering, antidoti che poi si basano esattamente sull’attivazione della rete alternativa, la EAN, quella delle funzioni esecutive che sono l’attenzione focalizzata, il controllo emotivo, la flessibilità cognitiva, la pianificazione e l’organizzazione, la capacità di ignorare le distrazioni….
Ecco cosa faccio io quando mi accorgo di essere nella DMN:
– se sono in giro, cambio strada e scopro un percorso alternativo, pure guardo le cose a cui non faccio mai caso come i bordi del marciapiede, l’alternarsi dei tetti, gli interni delle auto parcheggiate, oppure confronto le cose che vedo, mi faccio delle domande e invento delle risposte,
– se non posso spostarmi o sono in auto, allora respiro in modo controllato per esempio, inspiro in 3 secondi ed espiro in 4, poi inspiro in 4 secondi ed espiro in 5 e così, in un crescendo…
– oppure faccio delle frasi in francese (visto che con il francese non sono ancora bravissima) cercando di dire, per esempio, quello a cui sto pensando e iniziando un dialogo immaginario,
– oppure penso a qualcosa che vorrei organizzare e cerco di pianificare i passaggi per arrivarci,
– o, ancora mi concentro sui rumori che sento nel contesto e dò loro un nome e qualche volta faccio la stessa cosa anche con i profumi e gli odori, prima cerco il mio e poi mi concentro sugli altri.
Io lo penso da un po’ e mi accorgo che è sempre più evidente e dimostrabile: lasciare che la propria mente vada costantemente dove le pare, è il modo migliore per non riuscire più a controllarla. W le funzioni esecutive!