Le parole hanno lo straordinario potere di fare spazio dentro chi legge. Sono in grado di crearsi un posticino, in modo delicato ma definitivo: spostano piano piano quello che c’è intorno e si accomodano per iniziare a lavorare.
Le parole giuste sono uno strumento per ottenere molti risultati: scelte, dosate e correttamente abbinate conferiscono ad un testo una forza quasi fisica, capace di spostare le idee e le convinzioni, sfondare pareti e aprire dei varchi.

E lo sanno fare grazie a 2 elementi fondamentali: la loro natura istintiva e la predisposizione d’animo di chi legge.
La fisiologia delle parole
Le parole ci distinguono da tutti gli altri esseri viventi che abitano la terra, il mare e il cielo, così come la musica e l’arte. Linguaggi universali, propri solo delle persone e innati dentro di noi.
Si inizia ad ascoltare le parole nel buio del ventre materno e per anni si gode solo della loro forma sonora, dell’emozione che trasmettono solo a sentirle. Bravo, dolce, bello, amore, eccomi, mamma: rassicurano e calmano. Andiamo, forza, giusto, corri, basta, wow: danno la carica e indicano la direzione.
Poi, finalmente, si inizia a leggere e l’orizzonte si amplia: non ci si deve più solo accontentare di ascoltarle le parole, ma si riescono a vedere e a cercare quando se ne ha bisogno.
La personalità delle parole
Lunghe o brevi, con l’accento, onomatopeiche o a doppio senso. Oppure piane, concrete o impalpabili e composte.
Le parole hanno migliaia di vestiti, di gusti, di significati nascosti. E la cosa più incredibile è che tutti noi siamo biologicamente e fisiologicamente abituati e predisposti a coglierli tutti. Sono le parole, infatti, che – da quando esistiamo – alimentano le nostre più intime reazioni emotive.

Parole per ogni situazione
Le parole lunghe e complesse, i sostantivi, i suoni duri tendono ad irrigidire un contenuto. Non ci si può scusare con queste parole, né far innamorare… d’altro canto, però, sono quelle più adatte per far percepire la tecnica, la professionalità e la serietà.
Parole molli, ad esempio quelle senza R, o i suoni sibilati ammorbidiscono il messaggio, lo fanno passare attraverso i buchi più stretti: servono a entrare in contatto con qualcuno, a creare una prima forma di comunicazione.
Oppure, ancora, le parole che sono elementi sensoriali, fisici o corporei sono quelle adatte per svegliare la curiosità, il desiderio e per farsi notare in modo immediato.
Come in una ricetta, occorre combinare suoni e gusti a seconda degli obiettivi.
Incuriosire e poi aprirsi un varco, sorprendere, convincere o distogliere anche, e lasciare un ricordo. Con le parole giuste si può fare tutto.
Lo stato d’animo di chi legge
L’altro elemento che permette alle parole di far arrivare un messaggio è la predisposizione d’animo di chi legge.
Leggere non è un bisogno fisiologico, anzi, è un’attività “attiva” che si sceglie di fare. Non sempre però si tratta di una scelta deliberata, nel senso che spesso si rivolgono gli occhi verso un testo, ma non lo si legge subito. Il fatto, però, di essere orientati a farlo è già molto interessante.
Un po’ per curiosità e un po’ per abitudine, le parole richiamano il nostro sguardo sempre.

Un messaggio ben scritto sa trasformare questa inerzia in uno sforzo attivo e può davvero coinvolgere la persona, trattenendo la sua attenzione. Dando risposte o soddisfacendo le aspettative e i desideri, ad esempio. Chi legge lo fa per uno scopo.
Trattenere il lettore
Una volta colta l’attenzione, tutto diventa più semplice e più complicato allo stesso tempo! Nel senso che avere l’opportunità di farsi leggere è un risultato prezioso che va sfruttato. L’obiettivo qui è continuare ad interessare, proseguire dopo il contatto. Occorre quindi muovere le leve e sfiorare i tasti giusti perché la persona che legge trovi costantemente elementi di suo interesse e si lasci trascinare dal flusso di idee, di promesse, di sensi.
Ovviamente ogni testo deve adempiere all’obiettivo per cui nasce, non ha senso scrivere senza una meta. La vera differenza si fa quando le aspettative del lettore si incastrano alla perfezione con l’obiettivo del testo.
La vuoi una dimostrazione?
Eccola.
Se sei arrivato fino a qui, significa che il mio testo ha funzionato. L’hai trovato interessante e utile e ti sei lasciato spostare e trascinare dalle mie parole.
Riguardiamolo ora insieme, con occhio critico.
Segreti svelati
Ho scritto questo testo seguendo proprio tutte queste indicazioni.

Per rendere al meglio l’idea del potere reale delle parole, ho scelto termini fisici, concreti e ho voluto immagini connesse con lo spazio e lo spostamento: posticino, spostare, pareti, aprire, varchi, forma, creare, reazioni, irrigidire, ammorbidire, buchi, corporei, carica, direzione, orientati, inerzia, sforzo, trattenendo, continuare, proseguire, leve, tasti, trascinare.
Per farti percepire la delicatezza che occorre nel maneggiare e scegliere le parole, ma anche la grazia dell’effetto che si può produrre, ho usato avverbi e termini fragili, astratti e sottili: piano piano, accomodano, dosate, impalpabili, idee, emozione, innati, sensoriali, lasciare, animo, prezioso, sfiorare, promesse.
Volevo un testo morbido che toccasse i cuori teneramente, quindi ho scelto molte parole soffici, senza R, legate ai suoni con la S, quasi volessi cullarti in queste mie riflessioni: scusa, scelte, convinzioni, cielo, musica, solo, buio, bisogno, sensi, nascoste, gusti, significati, messaggio, contatto, giusto, bisogno, scelta, flusso, semplice.
E ho provato anche a trasferirti la mia competenza usando aggettivi, avverbi e altre parole lunghe e articolate come impressionare, straordinario, predisposizione, universali, onomatopeiche, biologicamente, fisiologicamente, costantemente.
Se ne hai bisogno, io posso aiutarti nella tua comunicazione.