Posso creare la strategia di comunicazione ideale per il tuo brand o il tuo progetto.

Comuni-care significa rendere comune, cioè rendere più familiare a qualcuno ciò che non conosce. 

Si tratta di accompagnare il tuo destinatario perchè arrivi a vedere/capire/sentire esattamente ciò che vuoi comunicargli.

Si può comunicare per tante ragioni

Per attrarre clienti, sostenitori, appassionati e followers.

Per suscitare interesse verso il proprio prodotto o progetto.

Per mettere un brand in contatto con i suoi clienti.

Per trovare partner, risorse, collaboratori, finanziamenti, idee.

Per diffondere una convinzione, un modo di pensare, uno stile di vita.

Per promuoversi, mettendosi in mostra e in gioco.

Per dimostrare di essere (o di non essere) qualcosa o qualcuno.

Per crescere.

La comunicazione funziona.

La comunicazione Attrae –  Incuriosisce  – Scava – Libera – Apre

Purchè sia ben costruita.

Io costruisco con cura una strategia di comunicazione lavorando alla perfezione ognuno dei seguenti elementi – essenziali perchè un brand o un prodotto o un messaggio o un progetto o un valore o un post giunga dentro alla testa di chi deve riceverlo:

  • impatto visivo
  • storytelling efficace ed incisivo
  • aspetti neuro-psicologici
  • ricerca dell’emozione
  • copywriting umano e persuasivo.

Visual impact

La comunicazione visiva è la pratica di usare elementi visivi per comunicare informazioni o idee ed è un elemento che accelera e affila il messaggio in modo esponenziale, se ben utilizzata.

Non è una scorciatoia, è più un booster e cattura l’attenzione 1.000 volte più velocemente delle parole.

Certo, bisogna scegliere l’immagine giusta e abbinarla perfettamente allo storytelling che si sceglie di adottare. Ancora di più nella comunicazione digitale in cui è l’immagine il primo vettore per veicolare un qualsiasi tipo di messaggio.

Storytelling o narrativa copionale

Storytelling non significa “solo” raccontare una storia. Significa avvicinare il più possibile il concetto che si vuole spiegare alla sensibilità di chi legge. Lo storytelling è una tecnica che, oltre che nel marketing, viene utilizzata nella psicoterapia, nella dimensione del training emozionale, nell’educazione.

A me piace dire che lo storytelling come è un paio di occhiali nuovi con cui guardare la realtà vedendoci qualcosa di diverso, una storia diversa, più completa, più intensa, più reale, più adatta a chi la guarda. Una realtà che mostri tutti i lati del prodotto, anche quelli invisibili, inconsci o mai svelati.

Il modo ideale per fare storytelling, secondo me, è quello di procedere su due binari che corrano paralleli per un po’ e si intreccino al punto giusto, sovrapponendosi e arrotolandosi uno sull’altro riempiendo di significato il racconto:

  • quello reale: del prodotto, sei servizio, dell’azienda, del mercato, dei prezzi
  • e quello empirico fatto di significati nascosti, di valori, di sogni e di sensazioni.

Io scelgo solo storytelling che facciano brillare il significato che voglio comunicare.

Leggi questo post per approfondire.

Neuro-psicologia & marketing

di Jorge Mayet

Ormai non ci sono dubbi: sono le neuroscienze e la psicologia le due sfere più importanti su cui ci si deve concentrare nell’ambito della comunicazione.

Perché la comunicazione funzioni davvero serve un messaggio che sia fatto di marketing e di behavioral nudge, che parli la lingua emozionale che solo i nostri cervelli conoscono in modo innato e inconscio.

Immaginiamo di dover raccontare, scrivere, presentare un prodotto/servizio e supponiamo di aver davanti il cliente e di doverlo incantare e convincere a fare una scelta d’acquisto. Da cosa cominciare? A prima vista, ci sono 3 strati di sostanza da penetrare, uno dopo l’altro, uno più profondo dell’altro, li dico in inglese: features, benefits e meaning. Cioè caratteristiche, vantaggi e significato. 

In genere si parte da quello più esterno e superficiale che, poi, è quello visibile e immediatamente spendibile: le features. Chi è davvero bravo, poi, riesce a portare l’attenzione sui benefits del prodotto e del servizio, rendendolo più appetibile e più utile/vantaggioso agli occhi del cliente. 

Ma in pochissimi arrivano al significato, al meaning, che invece è proprio il luogo in cui si trova l’emozione, quell’ingrediente magico che scatena l’azione, il desiderio di fare, di scegliere, di cambiare.

Leggi questo post per approfondire.

La mia comunicazione punta soprattutto sul meaning.

Attivazione dei sensi

Ormai si sa che il nostro acutissimo e meraviglioso cervello NON è in grado di distinguere una emozione reale e vissuta da una che è solo pensata, immaginata o ricordata. Per questa ragione, attivare emozioni e sensazioni è un modo perfetto per avvicinare i cervelli delle persone.

Dal punto di vista strettamente commerciale ed economico, si tratta di creare stimoli sensoriali senza coinvolgimento dei sensi, quindi percezioni e non sensazioni. Ma qual è la differenza tra le due? La sensazione ha natura neurologica e si sviluppa quando lo stimolo tocca i ricettori. E’, quindi, un argomento fisico, corporeo, tattile, vero, reale. La percezione, invece, è la consapevolezza dell’informazione sensoriale, in altre parole è come il nostro cervello elabora la sensazione. E’ la percezione, quindi, che genera le emozioni che conducono a diversi comportamenti nell’individuo e diversi giudizi rispetto ad un prodotto.

Questo è il segreto, cogliere l’attenzione del target immergendolo direttamente dentro alla promessa contenuta nel messaggio che stiamo comunicando.

Leggi questo post per approfondire.

La comunicazione che creo genera percezioni vive.

Human-to-Human Copywriting

La comunicazione avviene sempre tra esseri umani. E’ una straordinaria interazione anche se si è a distanza, anche se a parlare è un brand, anche se non ci si conosce. E la comunicazione è anche una combinazione di 2 elementi fondamentali: il messaggio (context) e il mezzo (medium).

E in questo senso ci sono media di comunicazione più o meno ricchi. Per esempio, la presenza dal vivo è in assoluto il più ricco dei mezzi di comunicazione perché combina al massimo gli elementi potendo contare sulla voce, sulla sfera paraverbale, sulla vicinanza fisica e sull’immediatezza del feedback.

A contrario, qualsiasi testo scritto, mail o telefonata deve, come mezzo di comunicazione, fare i conti con un’imprescindibile distanza fisica e psicologica che, in qualche modo, deve essere colmata per avvicinarsi il più possibile al destinatario.

Ma per fortuna esistono le parole!! Le parole hanno lo straordinario potere di fare spazio dentro chi legge. Sono in grado di crearsi un posticino, in modo delicato ma definitivo: spostano piano piano quello che c’è intorno e si accomodano per iniziare a lavorare.

Le parole giuste sono uno strumento per ottenere molti risultati: scelte, dosate e correttamente abbinate conferiscono ad un testo una forza quasi fisica, capace di spostare le idee e le convinzioni, sfondare pareti e aprire dei varchi.

Quanto al context, al messaggio, invece, ecco la cosa importante è che sia interessante. Ma non interessante nel senso che sia qualcosa di insolito o una novità. Interessante nel senso che deve deve parlare di chi legge. 
Dimmi: sei più spinto a leggere un articolo in cui si parla di un terzo o in cui si parla di te? A capire il perché di un problema in generale o di un problema che ti riguarda? A vedere una foto del futuro di altri o del tuo?

Questo è il vero segreto nella comunicazione (soprattutto web e a distanza): parlare ai clienti di loro stessi facendoli immergere in un racconto che, guarda caso, li riguarda personalmente e perfettamente perché ricalca i loro problemi reali.

Leggi questo post per approfondire.

E la mia comunicazione scritta è davvero insuperabile, parla direttamente al cuore di ognuno.