Tre le attività che ho sempre fatto fatica a praticare ci sono queste 3:
- lasciare le persone, anche se mi facevano soffrire o non mi facevano stare bene
- uscire dalle situazioni anche se mi appesantivano senza regalarmi nessuna soddisfazione
- chiudere con le esperienze o le attività che ormai non mi interessavano più.
Tante tante volte ho preferito continuare-restare-persistere piuttosto che scontrarmi con la difficoltà di lasciare-uscire-chiudere. Certo, qualche volta ho dovuto farlo lo stesso, ma quanto è stato difficile trascinarmi fuori anche da cose che, davvero, ormai non volevo più.
L’idea della #15JobsChallenge mi è venuta anche per questo motivo. Ho sempre considerato una grossa debolezza questa di non essere brava, tempestiva ed efficace a chiudere le cose che non mi piacevano più nella mia vita. E ho pensato che mi avrebbe fatto bene un bell’allenamento in questo senso. Praticare la capacità di lasciare, di uscire e di chiudere per imparare a farla meglio ogni volta che, in futuro, mi sarebbe servita.
E la verità è che, lo dico per esperienza!, serve moltissimo esercitare questa abilità perché porta grandi vantaggi.
Prima di tutto ci mostra quali sono i freni e le catene che ci trattengono. Se si guarda bene una situazione che si vorrebbe chiudere/lasciare, ci si accorge che ci sono tante ragioni per uscire e poche per restare. E di solito quelle poche sono terribilmente connesse alla paura: la paura di deludere le persone che condividono la situazione con noi, la paura di farle soffrire, la paura di non trovare alternative, la paura di essere puniti, la paura di perdere ciò che si ha o ciò che si è costruito. Non me ne vado, non mollo perché ho paura. Chi mi conosce sa bene quanto io odi la paura e, la verità è che ormai io vivo solo per cacciarla via!!
Secondo vantaggio: allarga la dimensione, l’influenza e l’area della propria volontà ampliandola e facendoci sentire più padroni della nostra vita. Mi spiego meglio: qualche volta ci sembra di non poter fare niente per cambiare una situazione, ci sentiamo impotenti, destinati al sacrificio, legati a un destino che ci aspetta inesorabile. Bhe, non è vero. Si può sempre scegliere di lasciare e di andarsene, di salvarsi, di riprendersi la propria vita.
E ultimo: rende liberi. Agire come si desidera è la migliore medicina del mondo. È come uscire dalla gabbia per un uccellino, prendersi tutti i rischi del caso, tutta la responsabilità della propria felicità ma anche tutta la gioia che deriva dal poter scegliere. È rischioso e difficile qualche volta ma che bellezza, che libertà e che gioia il vento in faccia!