Il muscolo del feedback

Alessandra Brusegan #15JobsChallenge

Giorno dopo giorno, mi accorgo sempre di più che il feedback è una parte determinante di questa #15JobsChallenge. E la ragione è semplice: i lavori che accetto, io voglio farli bene, al meglio delle mie possibilità e anche oltre. 

Voglio crescerci dentro, voglio imparare, sperimentare, sbagliare e migliorare. E il feedback è l’ingrediente fondamentale di questa crescita anche se, lo ammetto, qualche volta lo vivo come fosse un farmaco, speriamo sia poco e insapore.

Perchè la verità è che quando si è riversato il cuore e l’anima nel proprio lavoro,ricevere una critica può toccarci in modo incredibilmente personaleRicevere un feedback negativo può essere frustrante e doloroso, soprattutto quando non si riesce a separare sé stessi da ciò che si esegue, da ciò che si crea, da ciò che si realizza.  Senza contare che, qualche volta, ci sono anche le proprie aspettative personali a far crescere il divario tra ciò che ci si vorrebbe sentir dire e ciò che, realmente, ci viene detto.

Negli ultimi 7 mesi ho ricevuto tanti feedback e, giuro, sembra impossibile ma è vero: mi sembrano meno difficili da digerire, è come se stessi sviluppando un muscolo ad hoc. Più mi alleno a ricevere feedback, meno male mi fanno. Più mi oriento al valore che un feedback mi regala, più ne voglio: ne vado in cerca, li richiedo e li ascolto. 

Anche perché la verità è che, personalmente, trovo sia un segno di grande maturità e intelligenza emotiva accogliere e valorizzare i contributi e le idee degli altri, anche quando sono opposte rispetto alla proprie!! Ogni individuo, infatti, ha una sua personaleunica e irripetibile prospettiva e guarda alla realtà con lenti diverse da chiunque altro. E questa ricchezza di vedute non può che arricchire qualsiasi progetto/intervento/sforzo.

In generale, comunque, lo dico per eventuali future collaborazioni 😉 a me piacciono i feedback alla Socrate: mi piace darli così e anche riceverli così quando è possibile.

Dopo aver analizzato una performance o un esito, preferisco non dire esplicitamente dove penso ci sia da migliorare, ma fare delle domande che ruotano proprio intorno a quel punto. Mi piace che sia l’altra persona ad ammettere se, dove, come e perché il suo lavoro potrebbe essere fatto meglio, trovo che questa forma di auto-feedback-indotto sia una potentissima leva di riflessione e crescita nel lungo periodo. O meglio, per me funziona così!! Quando quella critica/suggerimento concreto e ben incardinato viene dalla mia voce, allora sì che diventa importante!!

⇐⇐⇐LEGGI ARTICOLO PRECEDENTE ⇐⇐⇐

➜➜➜LEGGI ARTICOLO SUCCESSIVO ➜➜➜

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *