Una delle più interessanti scoperte di questa #15JobsChallenge è lo spettacolo a cui assisto quotidianamente. Quello che va in scena qui, nella mia testa. È come vedere un’opera teatrale con una solo protagonista: me.
Riesco a vedere, sempre di più, come reagisco a ciò che mi succede. E la cosa più divertente è prendere consapevolezza di quanto ciò che accade fuori di me, anche cose apparentemente minime, alla fine riesce a scuotermi e a disordinare i pensieri che ho dentro di me. E scopro che farli ritornare in ordine è difficile e faticoso.
Ecco, in psicologia questa si chiama gestione delle emozioni.
Ma non parlo delle emozioni quelle fortissime come la collera, il dolore, l’ansia, l’insofferenza… su queste non mi valuto neanche! Parlo delle 1.000 altre emozioni, più sottili e meno intense, quelle che qualche volta sono così sfumate che quasi non meriterebbero nemmeno di essere classificate come Emozioni. E invece. E invece hanno effetto sulla mia mente: la spostano, la distraggono, la spettinano. Quali? Per esempio: la delusione per una risposta, la paura di non fare in tempo o di sbagliare, l’agitazione per aver detto qualcosa di sbagliato, il ritardo di un riscontro, la speranza di stupire qualcuno o l’ansia di dimostrare qualcosa a qualcuno.
Lo so, sono tutte cose frivole e apparenti. Sono cose che non esistono. Sono solo nella mia testa. Eppure. Eppure rallentano la mia mente, le fanno cambiare direzione, mi fanno venire dei dubbi. È come se, ad un certo punto, la parte più abitudinaria, più istintiva, più automatica e più primitiva di me, improvvisamente, decidesse di marciare in un’altra direzione sabotando le mie decisioni e muovendosi verso il territorio noto delle abitudini, delle cose conosciute, del non fare fatica.
“Oggi non mangio le unghie.” Poi succede qualcosa e, tac, mi ritrovo a strapparmi una pellicina con i denti. ” Non mi alzo di qui fino a che non ho finito.” Poi mi agito per qualcosa e hop, mi ritrovo lontana dalla scrivania a fare altro. Mi arrabbio quando me ne accorgo e mi chiedo Perché?!!?!!
Ma la cosa incredibile è che questa parte emotiva sa anche giustificarsi, sa fornire delle scuse plausibili e ragionevoli alla mia mente, sa argomentare e controbattere. Tipo: “non puoi pretendere di smettere di mangiarti le unghie in un giorno”. Oppure, “bisogna fare una pausa ogni tanto”.. Le emozioni sono attrici meravigliose, sanno travestirsi da mente e recitano talmente bene che qualche volta mi fanno credere di essere me.